Ivan è sempre in movimento: ha 35 anni, fa il broker finanziario, vive a Milano ed è single. Da ragazzo era sempre alla ricerca di nuove avventure, reali e immaginarie. Amante della natura e della vita all’aria aperta, ha preso la patente nautica per poter scappare, non appena può, dalla frenesia della vita cittadina. E quando non può viaggiare “evade” con la fantasia, grazie a libri e film che parlano di storia medievale, di saghe nordiche e popoli guerrieri. A 25 anni ha deciso di farsi un tatuaggio: un simbolo celtico che richiamava le sue passioni. Per 10 anni quel disegno sulla pelle è stato un compagno di avventure ma oggi, oltre a questo, è diventato un monito. Purtroppo, infatti, Ivan aveva scelto di fare il tatuaggio in casa, da un amico, che non conosceva le corrette procedure di sterilizzazione degli aghi. Risultato: Ivan si è infettato con HCV, il virus che provoca l’epatite C. E lo ha scoperto solo oggi, che di anni ne ha 35, per caso. L’infezione, infatti, può rimanere silente per anni, anche se lavora dietro le quinte a indebolire l’organismo. La scoperta è arrivata a seguito di analisi del sangue eseguite per via di una piccola operazione a cui Ivan deve sottoporsi. La sorpresa è stata grande, la paura anche. Ma poi Ivan ha parlato con il suo medico e ha scoperto che oggi è possibile curarsi. La prima cosa che ha fatto: ha chiamato tutti i suoi amici che hanno fatto tatuaggi in casa o in condizioni igienico-sanitarie non ottimali e gli ha consigliato di fare il test per l’epatite C.
Questa storia non si riferisce, volutamente, ad alcuna persona reale. È esemplificativa, veritiera ma di fantasia.