Che bella la pensione: più tempo per dedicarsi agli hobby, per riposarsi e stare con gli amici. Giovanni, 67 anni, nella sua vita lavorativa ha sempre fatto l’autista di autobus di linea a Bologna. Ma anche nel tempo libero continuava a percorrere strade, non quelle cittadine ma quelle di campagna, in bicicletta. Le due ruote le ha sempre amate, Giovanni, anche se quando era giovane preferiva la moto alla bicicletta. Poi nel 1985 un brutto incidente gli ha fatto appendere il casco al chiodo per un po’: per riprendersi dall’operazione all’addome a cui era stato sottoposto sono stati necessari mesi. In ospedale gli fecero anche diverse trasfusioni. Purtroppo, in quegli anni non si conosceva l’esistenza del virus che provoca l’epatite C (HCV) che quindi non veniva ricercato nel sangue. Quelle trasfusioni da una parte hanno salvato la vita a Giovanni, ma dall’altra l’hanno messa a repentaglio, trasmettendogli l’infezione da HCV. Per anni Giovanni è stato bene e quando dalle analisi è risultato che le transaminasi erano alte il primo pensiero è stato quello di moderarsi con il vino. Ma poi una sua amica gli ha fatto sorgere il dubbio: e se il fegato infiammato non dipendesse dall’alcol? Giovanni non ci ha pensato due volte ed è andato a farsi il test per l’epatite C: vuole curarsi e continuare ad andare in giro in bicicletta con i suoi amici.
Questa storia non si riferisce, volutamente, ad alcuna persona reale. È esemplificativa, veritiera ma di fantasia.