Mi chiamo Maria, ho 25 anni e ho scoperto di essere positiva all’HIV 3 anni fa. Al momento della diagnosi mi è caduto il mondo addosso: non ne sapevo molto riguardo all’HIV, pensavo fosse una cosa che riguardava solo gli anni '80 e '90, quando io non ero ancora nata. Così mi chiusi in me stessa e non parlai a nessuno di quello che mi stava succedendo, nemmeno ad amici e parenti: pensavo che mi avrebbero giudicata o che non mi avrebbero più voluto frequentare. Pensare al futuro che avevo sempre sognato era davvero complicato: sarei riuscita a fare il mio percorso lavorativo? Ad avere un compagno, una famiglia? Sarei invecchiata? L’idea che avevo rispetto alle persone HIV positive era quella di persone che stavano male, sofferenti, sole ed emarginate ed ero molto spaventata. Ma la paura più grande era quella di poter trasmettere il virus alle persone che mi stavano vicino.
Dopo qualche tempo, conobbi Alessandra, una donna HIV positiva come me. Lei stava bene, aveva un lavoro, un compagno e una figlia. In poche parole, era la dimostrazione che tutti i pregiudizi che avevo del vivere con HIV erano sbagliati, lei da 15 anni viveva con l’HIV e stava bene. A quel punto capii che avevo una vita davanti e che avrei potuto inseguire tutti i miei sogni e avere il futuro che avevo sempre desiderato. Le chiesi qualche consiglio e la sua risposta mi stupì: alla base della mia serenità c’è il prendere regolarmente e correttamente la terapia. E poi aggiunse: sai che vuol dire U=U? - Io non ne avevo idea, allora lei continuò -significa Undetectable equals Untransmittable, vuol dire che se la carica virale, ovvero la quantità di virus presente nel sangue e nei fluidi corporei, è non rilevabile grazie alla terapia efficace, l’HIV non si può trasmettere. Non conoscevo questa straordinaria equazione, allora decisi di cercare sul web maggiori informazioni e di chiedere alla mia dottoressa di spiegarmi quali fossero le applicazioni nella mia quotidianità. La dottoressa mi spiegò che U è uguale a U, e che grazie a questa semplice equazione sarei vissuta a lungo e in salute, avrei potuto vivere liberamente la mia sessualità, e che se lo vorrò potrò anche avere dei figli sani e partorirli naturalmente. Mi disse che la cosa fondamentale per mantenere lo stato di non rilevabilità del virus era prendere correttamente e costantemente la terapia: senza saltare mai un’assunzione, in poche parole che dovevo essere aderente alla terapia per l’HIV. Da quel momento tutto è tornato ad essere in discesa. E quando sento un po’ di fatica a ricordarmi di andare a fare gli esami o alla visita di controllo, penso sempre che prendendo la terapia regolarmente e correttamente, e seguendo gli appuntamenti starò bene, vivrò a lungo e potrò essere libera e felice. Negli ultimi mesi sto uscendo con una persona e finalmente mi sento serena e tranquilla, una donna che vive con l’HIV e che sta bene.